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La nuova uscita di Edizioni Officine Gutenberg verrà presentata al festival “Incontri – Lettura, scrittura e fragilità

Le strade di Gian Pazzi e Officine Gutenberg si erano già incrociate in passato per la seconda edizione del festival “Incontri” e oggi si trovano di nuovo pubblicando insieme il settimo libro dello scrittore piacentino, il romanzo “Roba da matti”.

L’ultimo libro di Gian Pazzi arriva proprio in concomitanza con la quarta edizione di “Incontri – Lettura, scrittura e fragilità” che andrà in scena nella due giorni del 22 e 23 ottobre, prima al Circolo Rathaus e poi a Spazio4.0 in concomitanza con l’evento Quarto Mercato.

Gian Pazzi e il suo “Roba da matti”: un libro nato in 10 anni di reading

Come detto, l’autore piacentino alla prima pubblicazione con Edizioni Officine Gutenberg, lo troveremo per la presentazione ufficiale domenica mattina alle 12 a Spazio4.0 in dialogo con Gero Guagliardo, giornalista e videomaker di Libertà, ma nel frattempo lo abbiamo incontrato per parlarci del suo nuovo libro.

Questo è il tuo settimo libro, il primo per Edizioni Officine Gutenberg, come e quando nasce?

Il protagonista, Dante Stolti, nasce all’incirca dieci anni fa. Era un personaggio che usavo per letture pubbliche a volte anche improvvisate, e che non ha mai smesso di evolversi fino allo scorso anno, quando è diventato un romanzo.

Siamo abituati da te a forti storie di amicizia, personaggi tutti da scoprire e realtà di piccoli paesi: è quello che troveremo anche in questo libro?

Questo lavoro segna un leggero cambiamento rispetto ai miei romanzi precedenti. Di solito i protagonisti erano i personaggi per cui tifavo, con Dante la scrittura ha preso un’altra strada, nel senso che non sempre sono d’accordo con quello che dice o nel modo in cui dice qualcosa. Per quanto riguarda l’ottica generale e lo stile colloquiale direi che è abbastanza in linea con le storie che fino a qui ho raccontato.

Roba da matti è il nuovo libro di Gian Pazzi
Roba da matti

Un piccolo passo indietro per chi non ti conoscesse: raccontaci quale è stato il tuo percorso letterario che oggi ti ha portato a “Roba da matti”?

Ho pubblicato 6 romanzi con Robin edizioni. Roba da matti ha sempre camminato parallelamente. Potrei definirlo un romanzo nato da 10 anni di reading.

Sappiamo che i personaggi particolari, quelli che spesso sono stati definiti pazzi o matti (termini non casuali nel titolo e anche nel tuo nome da autore), danno sempre tanti spunti. Com’è il tuo rapporto in termini di scrittore con la fragilità?

Penso che la fragilità sia una cosa comune a tutti gli esseri umani, purtroppo molto differenti sono le risposte che diamo, alle nostre fragilità. In questo romanzo cerco di raccontarla da diverse angolazioni, partendo dai personaggi che ne fanno tesoro fino ad arrivare a quelli che la mettono alla base della loro rabbia.

Oltre a questi personaggi, c’è anche l’attualità e la comunicazione. Come hai usato questi temi nel libro?

La comunicazione è uno degli argomenti più ricorrenti in tutto il romanzo. Ho preferito però non cercare di filosofeggiare sui significati o leggere i contenuti da un punto di vista sociologico. Mi sono limitato a un’ottica pratica: ho preferito simulare un utilizzo reale e comune, qualcosa che tutti, chi più chi meno, potessero riconoscere.

Una zanzara in copertina (ma stecchita!) spiegaci se ha un significato che scopriremo poi, e anche di chi è la mano dell’illustrazione!

Se mi permetti una boutade posso dirti che a Dante, in diverse scene, escono questi scleri che potrebbero essere visti come fastidiosi mentre gli altri dormono. Proprio come le zanzare di notte che nel buio ti ronzano vicino alle orecchie.
La mano è di Liza Schiavi, bravissima illustratrice che già in passato si è occupata dei soggetti delle mie copertine. Siamo anche grandi amici e quindi è un piacere, oltre che un onore, ritrivare i suoi capolavori a fare da biglietto da visita.

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