Oggi andiamo alla scoperta di una realtà piacentina che da qualche mese porta tante persone in cammino
Prosegue il viaggio della nostra rubrica tra chi fa delle camminate e dei trekking un modo per immergersi nella natura, conoscere e scoprire il nostro territorio e anche per staccare dalla vita di tutti i giorni. Oggi i protagonisti sono i ragazzi del gruppo di Azimut.
Azimut: trekking tra storia, socialità e natura
Li abbiamo scoperti semplicemente da Instagram e dopo poco ci hanno subito risposto, sono i ragazzi del gruppo Azimut che da qualche mese organizza regolarmente le sue escursioni sul territorio della nostra provincia, ma non solo. Per loro ha risposto alle nostre domande Gianluca Marranghello.
Per prima cosa presentaci Azimut!
Il nostro è un gruppo di tre guide ambientali escursionistiche – GAE – (Claudio Chia, Francesco Bonatti e Gianluca Marranghello), associate ad AIGAE (Associazioni Italiana Guide Ambientali Escursionistiche), che hanno preso l’abilitazione all’esercizio della professione ad ottobre 2021 a seguito di un corso organizzato da Formart, patrocinato da Aigae e dalla Regione Emilia-Romagna.
Ci siamo conosciuti durante il corso guide e per via di attitudini simili e comunanze di vedute – anche politiche – abbiamo deciso di collaborare insieme all’interno di un progetto condiviso.
Come e dove organizzate i vostri trekking?
Organizziamo escursioni con cadenza il più possibile regolare (circa due al mese), privilegiando il territorio piacentino banalmente perché è quello che conosciamo meglio. Questo non ci preclude tuttavia di organizzare anche trekking su più giorni fuori dalla provincia come fatto questa estate.
Dal punto di vista altimetrico e di durata delle uscite, che tipo di regole vi date per creare camminate adatte a tutti i partecipanti del vostro gruppo?
Le nostre uscite in generale hanno una lunghezza media di 12 km con circa 600 metri di dislivello e durano un’intera giornata. Questo è più o meno lo standard che abbiamo sempre adottato, che ci rendiamo conto non essere un modello adatto ad un neofita totale della montagna, ma è necessario un minimo di abitudine alla camminata. Da un punto di vista della difficoltà tecnica come Guide Ambientali Escursionistiche ci adeguiamo scrupolosamente ai limiti che la nostra professione ci impone e quindi non possiamo fare accompagnamenti su sentieri che necessitano per essere affrontati in sicurezza di attrezzatura da montagna, territorio quello delle Guide Alpine.
Per la prossima primavera stiamo comunque studiando un sistema misto di escursioni, alcune più brevi adatte ad un pubblico anche di neofiti, mentre altre più “impegnative” per dare appagamento anche a chi trova soddisfazione nell’affrontare sentieri un pochino più complicati e di chilometraggio più lungo.
Anche per voi ci sono “posti del cuore” dove amate tornare più spesso?
Più che “posti del cuore” parlerei di luoghi di affezione che per ognuno di noi rappresentano un territorio in cui ci sentiamo particolarmente a casa, anche se in natura il concetto di casa mal si applica. Di fatto siamo ospiti dell’ambiente naturale, ospiti perché come specie umana ce ne siamo distaccati per poi tentare di piegarlo alle nostre necessità, di fatto stravolgendolo fino a quasi distruggerlo.
Ad ogni modo come Azimut cerchiamo di non proporre mai lo stesso percorso, ma magari esplorare uno stesso territorio da più versanti, come abbiamo fatto attorno al Menegosa e al Monte Lama in Val D’Arda raccontando la storia partigiana di quella particolare vallata anche grazie ad una preziosa collaborazione con il Museo della Resistenza piacentina che si trova proprio da quelle parti.
Per spaziare un po’, avete, in particolare voi 3, esperienze di trekking anche al di fuori dai nostri confini provinciali? o magari anche oltre!
Per tutti e tre la montagna e l’ambiente naturale non è solo un terreno di “lavoro” dove accompagnare le persone ma è soprattutto una passione che viviamo anche privatamente. Claudio, oltre ad esplorare in lungo e in largo la Val Trebbia, ha fatto numerosi trekking in Sardegna e Trentino. Inoltre è anche uno degli accompagnatori della storica Marcia al Mare organizzata ogni anno dall’Otp-Gea.
Gianluca, il sottoscritto, è quello con la passione dei trekking su più giorni come la Via degli Dei tra Bologna e Firenze o di tratti dell’Alta via dei Parchi emiliano romagnola. Anche se il suo sogno è organizzare come guida, dopo averla testata nel 2018 la scalata del Monte Kenya – la seconda montagna più alta dell’Africa, una delle sue cime non ha difficoltà alpinistiche – perché racchiude una storia incredibile che non vede l’ora di raccontare, quella di Felice Benuzzi e della sua fuga per la libertà. Ma magari ne parliamo un’altra volta,
Francesco invece, pur essendo il più giovane dei tre, è quello con le esperienze più “estreme” in montagna. Avendo parenti in val di Fiemme in Trentino va spesso da quelle parti e l’anno scorso ha fatto la Translagorai, uno dei cammini più suggestivi e più difficili della zona adatto ad Escursionisti Esperti. Chissà se un giorno…
Come si è formato il gruppo che partecipa ai trekking?
Rispetto ad altre realtà del territorio abbiamo deciso, almeno inizialmente, di rivolgerci prevalentemente ad un pubblico più giovane (20-30 anni) delle realtà di movimento piacentine, come ControTendenza Piacenza, che orbitano attorno al perno della Cooperativa Infrangibile, che per noi è sede – e casa – delle nostre “riunioni” e progettazioni. La ragione di questo è dovuta sia a motivazioni contingenti e anche di fondo.
Quando abbiamo iniziato con le prime escursioni, a marzo 2022, venivamo da due anni di pandemia e di sostanziale limitazione (più o meno giusta, non sta a noi dirlo) di movimento. Tanta era l’esigenza, anche in ambienti apparentemente meno colpiti psicologicamente da queste limitazioni, di libertà e di una nuova esplorazione, magari più consapevole, del territorio. Offrire un’opportunità del genere a ragazzi e ragazze che sono stati costretti a casa per mesi ci è sembrato doveroso.
Ma non solo questo…
Inoltre, ed è la ragione sostanziale, le nostre non sono semplici escursioni di accompagnamento in ambiente, ma cerchiamo sempre di strutturarle con contenuti politici. Sia di carattere storico – ripercorrendo molti percorsi noti e meno noti della Resistenza piacentina – sia cercando itinerari che mettano in risalto le evidenze del cambiamento climatico in atto. E, che ci crediate o meno, anche nel nostro Appennino queste emergenze sono tangibili e toccabili con mano.
Rivolgerci ad un pubblico più giovane, un pubblico più sensibile a queste tematiche e di fatto a chi ha in mano ancora tutto il proprio futuro ci è sembrato naturale proprio per la missione che ogni guida ambientale dal nostro punto di vista deve avere, che è quello della divulgazione e dell’educazione ambientale prima ancora che della pratica prestazionale dell’andare in montagna cosa che lasciamo, volentieri, ad altre realtà.
Però l’idea è sempre quella di allargarsi sempre ad altri, giusto?
Ovviamente la nostra non è una scelta esclusivamente rivolta a questo target specifico, anzi. Lo scopo finale è di mettere in comunicazione anche realtà individuali distanti in un ambiente non convenzionale, per permettere la nascita di nuove amicizie e conoscenze che in un contesto cittadino più orientato al “ognuno sta solo con il proprio simile” sono più difficili.
L’ottica è sempre l’accrescimento di tutti in un ambiente rilassato senza impostazioni troppo dogmatiche, se non in alcuni principi inderogabili come la tolleranza, solidarietà, antifascismo e anti-sessismo. Per rendere questo più agevole le nostre escursioni terminano sempre con un momento conviviale cercando di coinvolgere anche le realtà commerciali del territorio più affini a noi come impostazione sempre in un’ottica di rete, dialogo e inclusione.
Come e dove vi si può trovare per essere aggiornati?
Le nostre escursioni vengono pubblicizzate attraverso i social Facebook e Instagram e con il passaparola. Hanno un costo – decisamente alla portata di chiunque – perché l’accompagnamento è sempre con almeno la presenza di due guide certificate che hanno testato il percorso i giorni precedenti e forniscono copertura assicurativa dell’evento.
PS: se vi state chiedendo cosa significa Azimut e perché lo abbiamo scelto la ragione è semplice. L’Azimut in cartografia è una strada ideale. La più dritta e teoricamente la più corta. Ma non è detto che sia quella giusta. Anzi quasi mai lo è. Spesso, se non sempre, ci sono ostacoli che bisogna aggirare e allora l’Azimut lo perdi e lo devi ritrovare provando a ricalcolare la rotta. Più o meno è quello che succede nella vita.
L’importante è sapere sia che l’Azimut esiste sia che esistono infiniti modi per raggiungere la stessa meta che il tuo primo Azimut ti aveva promesso. Se non vi è ancora chiaro venite ad una nostra escursione che ve lo spiegheremo in un modo ancora più complicato, ma, ve lo giuriamo, vi riporteremo a casa!